La corsa
La visita era andata bene
Mi sembrava il caso di piazzarla
una bella scommessa
Una delle mie
belle e impossibili
Chi se ne fotte di giocare facile
Chi se ne fotte di vincere
Anche nel vizio, come nella vita
ti tiene vivo la speranza
il sogno, l’utopia
E non ricordo il nome
di quel filosofo che disse
che la felicità consiste
nel realizzare il desiderio
E io desidero giocare cazzate
e crederci
Altrimenti puoi sembrare vivo
ma in realtà sei morto
Poco importa se perdi
Ci stava il Newcastle
quotato 15 volte la posta
Che culo, vincerà in rimonta
segnando due goal
con un misero 23% di possesso palla
E vinco io, 175 euri e 50 cents
Il mattino dopo
prendo la prima di due metro
Mi chiedo
Dove vanno tutti questi umani anestetizzati?
Autentiche macerie ambulanti
che sembrano, già cadaveri
andare a un duello
concentrati sul nulla
cupi in volto
C’è del western, molto meno epico
di quello di “Quien sabe?”
O di “Giù la testa”
Ma ci sono anche donne bellissime
ragazze bellissime
dagli occhi bellissimi
dai corpi bellissimi
dai vestiti bellissimi
Ho la musica agli orecchi
e la neve davanti
mi cade sugli occhi
Quasi non me ne accorgo
in questa Milano monotona, noiosa
Come ho fatto a viverci per due mesi senza vizi?
E ora
percorso un pezzo di via Porzio
attraverso Piazzale Gorini
Mi dimentico
dell’Istituto Nazionale dei Tumori
di via Giacomo Venezian
Arrivo presto alla Snai
ore 10:05, apre fra 40 minuti
Temporeggio con cappuccino e brioche
made in China, cioè in Italy
ma fatto dai cinesi
Riscuoto da un’operatrice cinese
mentre gli avventori
avvoltoi del mattino
si lanciano sulle scommesse
degli ipnotici giochi virtuali
Questo posto ha appena aperto
ma già trasuda di carta appallottolata
qualcuno canticchierà un
lalalalala
o fischietterà un
fiù fiùùù fiùfiù fiùùù
nell’attesa della gara
Gli schermi delle corse
danno le quote
Presto, il marciapiedi antistante sarà un cimitero di cicche
Le cicche delle sconfitte
di quelle per un soffio
e delle altre
dove si è sbagliato tutto
Fuggo via velocemente ma pensando
che a quell’ora, a Milano
se non lavori
la miglior cosa da fare
è prendersi cappuccino e brioche
made in italy but made from chinese
e tentare la sorte ai cavalli
Che almeno a vederli
trottare o galoppare
belli lo sono, non come i pullman
che di pomeriggio ti accompagnano
in aeroporto
Attraversano i piccoli agglomerati dormitori
gli scheletri degli edifici
in costruzione
le fabbriche, aziende di vario tipo
che orrore, gigantesche galere di lavoratori
Anonimi campi di calcio
interrompono lo spettrale scenario
e le autostrade
Dove corrono tutte queste macchine?
Fra poco l’aeroporto
le file, i controlli
Posted: Luglio 3rd, 2020 under Poesia.