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Non ho mai capito l’aria condizionata

Non ho mai capito l’aria condizionata.
Aria condizionata.  La sola espressione mi inquieta.
Provo a ripetermelo, aria condizionata.
Rallento sul condizionata e sono già a una sensazione di orrore di livello pari a quello della visione delle due gemelline di Shining, uno dei capolavori del regista Stanley Kubrick.
L’aria, l’unica cosa che, con l’acqua, non dovrebbe mai essere condizionata.
Altrettanto inquietante la semplice definizione di Wikipedia che si riferisce allo strumento.
”Il condizionatore d’aria è una macchina termica in grado di abbassare o innalzare la temperatura di una stanza o in generale di un ambiente di un edificio in cui si trovi. Per ottenere questo risultato, sviluppa calore sensibile (positivo o negativo) attraverso il quale avviene la trasmissione del calore con un fluido, il quale messo a sua volta in circolazione cede tale calore ad un ambiente”
Senza disturbare qualcuno di National Geographic, ho come la sensazione che abituarsi all’aria condizionata abbassi la resistenza al caldo naturale, che ci renda più vulnerabili.
E penso che lo stesso avvenga, al contrario, quando si cerca riparo dal freddo e ci si lascia ammantare dagli stessi gradi dai quali si fugge in estate.
Vado a lavoro, attacco l’aria condizionata, esco, entro in macchina e ho bisogno dell’aria condizionata, torno a casa e menomale che ti ritrovo l’aria condizionata.
L’uso sconsiderato dell’aria condizionata si può considerare una delle cartine di tornasole della capacità di involuzione, di quella capacità di danneggiare l’ambiente circostante che è poi quello all’interno del quale viviamo.
Tale scelta avviene, insomma, nel nome di un comfort che da sollievo nello spazio chiuso per contribuire a pregiudicare sempre di più la vivibilità di quello esterno.
I sostenitori dell’aria condizionata pensano che chiudersi in una casa, in una macchina, in un ufficio con l’aria condizionata sia la salvezza e che l’esterno da ognuno di questi spazi non appartenga a nessuno.
Che goduria quanto si entra in un negozio con l’aria condizionata sparata come se dentro ci passassero pinguini da salvare dal surriscaldamento climatico.
Ce ne sono tantissimi di questi negozi nel cosiddetto mondo sviluppato, così tanti che il mondo si è fatto più caldo e lo sarà sempre di più fino a quando ogni singolo condizionatore svilupperà un proprio, autonomo fanciullino produttore di gas serra, una specie di mix tra un Tamagotchi e la bambola assassina.
Evito di elencare gli effetti collaterali sulla salute dovuti agli shock termici, quelli li lascio ai medici curanti dai quali si va in pellegrinaggio per chiedere delucidazioni su cervicali, raffreddori, allergie, torcicollo, emicranie ecc Cavolo, mi è scappato l’elenco.
Faccio un po’ meno fatica a capire l’aria ventilata, ma l’aria condizionata proprio non la capisco.