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Non ho mai capito i sondaggi politici

questo appuntamento, ormai fisso, su giornali, telegiornali, trasmissioni televisive, web, ovunque tranne che per strada. Ricordo che in passato la rilevazione statistica dell’opinione pubblica su robe politiche ricadeva in prossimità delle elezioni.

Invece, per esempio, in un periodo come questo che non ha orizzonti elettorali nazionali a breve termine si nota questa spinta inarrestabile sulla riduzione del margine di distacco tra il partito della/del Premier e il principale (sic!) partito di opposizione (sic!).

Pressoché quotidianamente sembra che per molti sia eccitante scrivere e leggere della diminuzione di tot della fiducia per X, dell’aumento di consensi per Y, della perdita di tot potenziali voti per il partito Z e del recupero di altri potenziali voti per quello W, insomma in generale di tutte le seducenti intenzioni di voto.

La si sente forte e intensa questa cavalcata che vuole partire da “lontano” e arrivare hasta la victoria elettorale con il solito presunto rinnovato carrozzone della coalizione o con un insperato auspicato unico partito al 40 e chissà quanto per cento.

Questi numeri si travestono di argomento importante, quasi al pari della competizione per lo scudetto o per la vittoria di qualche talent show.

In ogni caso, non ho mai capito come funzionano i sondaggi e soprattutto il ruolo perverso che possono avere nell’orientare l’opinione pubblica.

Non ho mai capito come mai non mi hanno mai chiamato, scritto, mandato un piccione viaggiatore, fermato per strada, cioè non mi hanno mai sondaggiato, mai.

Insomma come li fanno questi sondaggi, a chi, a quanti?

E dato l’ineludibile progressivo aumento del tasso di astenuti, questi sondaggi li farebbero anche col 10% di votanti?

Comunque, mi fanno tenerezza e sono vicino alle persone comprese nelle voci Altro, Altri, Non so, Ci devo pensare, No grazie. Tra queste molte potrebbero essere quelle che usano una di quelle locuzioni giusto per liquidare l’intervistatore, magari perché sono al supermercato e devono trovare le offerte giuste per arrivare a fine mese. Le loro preferenze vengono conteggiate statisticamente ma la loro rilevanza viene relegata ai margini dell’interessante, perché della complessità del pensiero che potrebbero rappresentare non frega un fico secco agli autori, alle fonti e agli interpreti mainstream dei sondaggi.

Quello che davvero conta, ai fini della strumentalizzazione politica e dell’intrattenimento telesocial, sono la voce maggioritaria, la seconda che segue e al massimo il terzo, presunto, incomodo.

Serve lo schema binario, si, no, favorevole, contrario, meglio tizio di caio, il male maggiore e il male minore. Mah.

E gli altri figuranti, partecipanti tra le voci della scelta, li capisco ancor meno ma questa è un’altra storia.